Nell’ambito del vasto progetto di recupero della Reggia di Venaria, la presentazione dei restauri delle Scuderie Juvarriane rappresenta, un vero ritorno alla luce: gli imponenti e suggestivi spazi della Citroniera, progettata nel Settecento come un’enorme serra luminosa, tornano infatti dopo decenni di buio ad accogliere i raggi del sole. Le grandi vetrate, rivolte a sud per garantire luce e calore agli agrumi e alle piante esotiche nei mesi invernali e studiate per creare uno straordinario gioco di luci e ombre, furono tamponate nell’Ottocento per trasformare le navate in stalle e magazzini militari. Le ricchissime decorazioni che caratterizzavano le sterminate navate furono danneggiate prima dall’umidità e dai vapori prodotti dal fieno, dalla paglia e dagli animali, quindi da successivi strati di tinta. Il secolare decadimento e l’abbandono dovuto all’uso militare, dal 1831 al 1983, causarono poi un gravissimo deperimento murario, lo sfascio delle incavallature e gravi dissesti strutturali. L’attento recupero architettonico, oltre al consolidamento strutturale destinato a sanare le secolari fragilità dell’edificio e ad un completo aggiornamento impiantistico finalizzato alla nuova destinazione d’uso, riprende e valorizza le straordinarie scenografie di questi ambienti progettati come fondale dei giardini e caratterizzati da un grande e complesso apparato decorativo di pareti a marmorino, ma anche da nicchie, lesene, cornici, volte e aperture, stucchi e trompe l’œil.
Nella Citroniera è stato ricostituito il sistema di aperture settecentesche, accompagnato dalla posa di pavimentazione in pietra; nella Scuderia Grande i pavimenti in pietra e cotto riprendono le pendenze ritrovate attraverso lo scavo archeologico e destinate allo smaltimento dei liquidi occorrenti alla bagnatura delle piante o provenienti dall’uso della scuderia e per la pulizia dei cavalli; le facciate sono state oggetto di un accurato intervento di recupero dei mattoni a vista, di cui si è voluta conservare l’originaria caratterizzazione; sono stati ricostruiti i serramenti, riproposti nei luminosi colori juvarriani e nei disegni settecenteschi emersi dalle indagini stratigrafiche. Gli oltre 300 prelievi della complessa campagna di analisi diagnostiche e di saggi stratigrafici finalizzati all’individuazione dei colori originali, delle composizioni materiche e delle antiche metodologie di applicazione, hanno garantito il restauro filologico di uno straordinario apparato decorativo portando alla sperimentazione e produzione di nuovi materiali e alla formazione di stuccatori, falegnami, marmisti, restauratori, pavimentisti in grado di applicare le antiche lavorazioni.
Secondo canoni già utilizzati alla Reggia, l’accurato lavoro di restauro artistico ha riproposto le delicate cromie settecentesche di stucchi e intonaci a marmorino, mentre le superfici intonacate non affrescate sono state consolidate ove possibile; gli intonaci di nuova fattura, gli stucchi e le partiture architettoniche sono stati realizzati con materiali analoghi agli originali per composizione e
finitura.
Particolarmente rilevante è stato il restauro degli apparati decorativi della Citroniera con la progressiva messa in luce di estesissime porzioni di decorazioni settecentesche: i dipinti parietali realizzati a trompe l’œil risultavano fortemente degradati ed hanno richiesto interventi eterogenei con l’uso di tecnica conservativa sui dipinti esistenti e ripropositiva per integrare le lacune presenti nelle specchiature architettoniche.